Nella vita reale:

Mi chiamo Lisa, ho 23 anni e sono sarda, emigrata all'estero, cameriera. 
Ho ripreso a giocare dopo molti anni, per curiosità, sperando di migliorare b1b6a66667260b562004585b2c72b31c.png2a1af738d56da555be74920210e2babc.pnga4bc962b6472bd3fac0f915a0ff0c336.png
Amo gli animali in generale ma sopratutto i cani (ne ho 2), i pappagalli (anche loro sono 2) e i cavalli (anche se purtroppo non ne posseggo neanche uno nella vita reale 405a07c944db94dcebf5dcaf189a81e1.pngc02c9876e2b59391866c49a21f0e04e0.png). 
Mi sto preparando per diventare addestratrice cinofila per fare della mia passione un lavoro. Sia chiaro, mi piace il mio lavoro in ristorazione, ma preferisco avere a che fare con gli animali piuttosto che con certe persone ce52790629679d930ca16c39a4f619c3.pngced83a1ec20d9f7b45a8c537f1ccdf3c.png.

Nel gioco:

Sto cercando di migliorare ogni giorno il mio allevamento di Ahkal Teke e di Hannoverian. Ho iniziato da poco anche con i Paint Horse. 
Non saranno il massimo per ora, ma nel mio piccolo sto cercando di creare qualche bel esemplare. 

Accetto l'amicizia a tutti e ricambio le congratulazioni



Perché amo gli animali?
Perché io sono uno di loro.
Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba,
il panico del cervo che scappa,
sono il tuo oceano grande
e sono il più piccolo degli insetti.
E conosco tutte le tue creature:
sono perfette
in questo amore che corre sulla terra
per arrivare a te.
(Alda Merini)


Paragrafo a puro scopo informativo sui cavalli selvatici della Sardegna 

I cavallini della Giara

Il cavallino della Giara (acheta, akkètta, cuaddeddu in lingua sarda) è una razza endemica della Sardegna, confinata nell'altopiano della Giara di Gesturi, dove vive allo stato brado. 

L'origine di questo cavallo è incerta, alcuni studiosi sostengono che discenda da equini africani importati dai naviganti Fenici o Greci nel V-IV secolo a.C. Secondo altri era già stato addomesticato dalle popolazioni nuragiche un millennio prima e sarebbe quindi un discendente del cavallo selvatico presente in Sardegna già dal Neolitico e del quale sono stati rinvenuti fossili del 6000 a.C. circa.

Il cavallino era diffuso allo stato selvatico in tutta la Sardegna almeno fino al Tardo Medioevo mentre ora si trova solamente nell'altopiano della Giara, da cui prende il nome, in circa 600[2] esemplari. Le caratteristiche dell'altopiano, con un'altitudine che varia dai 500 ai 600 metri sul livello del mare e le pareti scoscese hanno isolato completamente i branchi rimasti garantendone la conservazione della tipicità della razza.

Alcuni esemplari si trovano anche sul monte Arci, nella riserva naturale di capo Caccia ad Alghero e a Foresta Burgos, dove nel 1971, l'Istituto di incremento ippico di Ozieri ha creato un centro di allevamento e di ripopolamento. I cavallini della Giara venivano usati fino agli anni cinquanta per la trebbiatura del grano in Sardegna prima che venissero soppiantati dalle trebbiatrici meccaniche.

Hanno un mantello di colore generalmente uniforme baio selvaggio, morello o sauro bruciato. Sono caratterizzati da testa quadrata, con vistoso ciuffo come la criniera e da un collo robusto. Il garrese è appena pronunciato, la groppa è corta ed inclinata l'attaccatura della coda è bassa. Gli occhi, leggermente a mandorla. Torace basso e stretto. Gli arti sono sottili. L'altezza media al garrese è di circa 120 cm, non è un pony, ma un cavallo di piccola mole. I cavallini della Giara sono animali dal carattere indomito e irrequieto.

I cavallini della Giara vivono in gruppi familiari stabili costituiti da un maschio dominante e da una a otto femmine. Ogni nucleo ha un proprio territorio che talvolta può parzialmente sovrapporsi con quello di gruppi limitrofi. I puledri, non appena raggiunta l'età fertile vengono espulsi dal branco. Lo stallone invece raggiunti i 15 - 20 anni viene soppiantato da uno più giovane e andrà ad unirsi ad un gruppo di soli maschi.

Nonostante la limitata diffusione, il cavallino della Giara non rientra nella lista delle specie protette dalla L.R. 29 luglio 1998, n.23. Non si considera in via d'estinzione. Per la loro salvaguardia è intervenuta la Fondazione Brigitte Bardot[5] e il Gruppo d'Intervento Giuridico onlus[6] che ha lanciato una campagna di sostegno permanente.